Fra mappe concettuali e apprendimento emotivo-motivazionale.

Fra mappe concettuali e apprendimento emotivo-motivazionale.

Sempre più spinti verso l’innovazione, l’università mantovana applica non solo il famosissimo metodo costruttivista delle mappe concettuali ideato negli anni ’70 del secolo scorso (http://www.studiopsicologiamantova.it/wp/2019/02/01/il-metodo-psico-cognitivo-dei-giovani-architetti-le-mappe-concettuali/) ma anche il metodo utilizzato dalle insegnanti delle scuole elementari: l’apprendimento emotivo-motivazionale.

Concetto elaborato in termini di “ostatività” nell’apprendimento di nuove informazioni la dove esistono sistemi coercitivi e rigidi, quindi partito dall’evidenza che dove ci sono emozioni negative il numero di nuove nozioni apprese diminuisce rispetto al numero di nozioni apprese in ambienti dove l’insorgere di emozioni negative non viene favorito (x esempio un eccesso di disciplina scolastica).

Gli psicologi e i pedagogisti che per primi evidenziarono questa relazione nell’apprendimento dei bambini non hanno mai detto che l’apprendimento debba essere solo emotivo, che l’apprendimento emotivo debba proseguire in età adulta (università) e che l’apprendimento emotivo debba omogenizzarsi fra tutti gli studenti in una sorta di apprendimento cooperativo, in cui ogni disputa dialettica è vista come conflitto da eliminare, ogni atteggiamento critico una pesantezza da emarginare il tutto in una sorta di infantilizzazione collettiva di quei giovani che diventeranno i nuovi professionisti.

A questo tipo di giovani studenti non è difficile far passare un desiderio (la scimmia che vede mangiare la banana) per empatia (sto parlando della teoria sui neuroni a specchio tanto propagandata dall’università di Parma) , una quota altimetrica di 7 metri come se fosse in realtà 15 metri, e tutti se la bevono, un idea estetica della progettazione architettonica dove un disegno con la grafica gradevole è molto più importante del suo contenuto progettuale, facendo entrare questi neolaureati in un torpore intellettuale che ovviamente il mercato del lavoro poi rifiuterà.

Anche i docenti obbligatoriamente formati a questo tipo di pratica didattica, saranno costretti a condividere lo stesso torpore intellettuale in un ottica tecnocratica (parlo del corso universitario in Progettazione dell’architettura) che il mercato tanto ama, avere tutti omologati a livelli bassi per propinargli da consumare quello che gli pare, assorbirà questo tipo di persone come consumatori e non come produttori ovviamente.

In questi giorni il capo del governo Conte, dice che siamo in recessione economica, e ci credo bene, le giovani leve che dovevano osservare capire e risolvere problemi nuovi sono state allevate con la didattica emotiva, hanno ottime competenze emotive, sanno predisporre emozioni positive ma guarda un po’ se io rendo piacevole il clima emotivo questo non è sufficiente per capire i processi causali che la realtà ci impone, e già perché per produrre benessere bisogna capire la realtà e non favorire emozioni, piccolo particolare sfuggito ai nostri illustri pedagogisti e ora che si fa? Si importano pensatori dai paesi poveri, ma attenzione i pensatori poi diventano dominatori e i nostri bravi giovani, così gradevoli diventeranno i loro schiavi?

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