Monthly Archives:Agosto 2016

Religere la scienza, riduzionismo scientifico: la nuova alternativa alle religioni monoteiste. Clinici versus ricercatori

92997081926985839

Cercherò di essere il più breve e sintetica possibile; riguardo questo articolo scientifico

http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fnhum.2016.00379/full#B51 la prima perplessità che vorrei evidenziare, è la “modalità tomistica” di introdurre l’argomento; nella sua Somma Teologica, S Tommaso utilizzava questo metodo per convincere le persone dell’esistenza di Dio (parte sulla fede) , assumendo come premessa che poteva dimostrare l’esistenza di Dio, per poi dimostrarla portando citazioni decontestualizzate, di cristiani autorevoli, quali: S. Agostino e altri Padri della Chiesa, che accostate fra loro creavano la forma ideica voluta da S. Tommaso: Dio esiste e la Chiesa Romana detiene l’autorità.

Nello stesso modo in questo articolo vengono citati Kane, Crave, Hurt, Sass, Parnas, Jaspers, Feri, Morgan… per asserire che lo schizofrenico non è centrato perché non ha chiaro il senso di se stesso dal punto di vista corporeo, ovvio questa premessa è fondamentale per dire che non avendo chiaro il senso del sé corporeo: l’accuratezza nell’interocezione nello schizofrenico non può che essere bassa in particolare quando inizia ad avere sintomi di grandiosità, da questa premessa l’idea che i neuroni polifunzionali dell’area F5, chiamati specchio, siano coinvolti nella schizofrenia il passo è breve, ma allora che differenza c’è con l’approccio tomistico: “i neuroni specchio esistono” / “l’Università di Parma detiene l’autorità”?

E poi, proseguendo con la critica verso l’articolo, come viene misurata questa accuratezza?

Il campione è costituito da 17 maschi preumibilmente schizofrenici, sotto i 40 anni trattati con clorpromazina (antidopaminico) e 20 maschi sempre sotto i 40 anni presumibilmente sani. I ricercatori hanno registrato il battito cardiaco e a intervalli e hanno chiesto ai soggetti del campione di riferire il numero di battiti del proprio battito cardiaco, i 17 pazienti schizofrenici maschi, si sbaglierebbero più spesso rispetto i 20 maschi sani, in particolare quando manifestano senso di grandiosità: che si riferirebbe a un “auto-opinione esagerata, convinzioni irrealistiche di superiorità, tra cui deliri di abilità straordinarie, ricchezza, conoscenza, fama, potere, e la rettitudine morale”.

Scusate l’ironia ma a giudicare dai post di facebook siamo circondati da schizofrenici…

I ricercatori riferiscono anche che la precisione interocettiva sembrava essere compromessa in diversi disturbi psichiatrici, come l’anoressia nervosa, depressione maggiore, disturbi depersonalizzazione-derealizzazione, e disturbi d’ansia, tutti disturbi che da clinica mi sembrano riconducibili a modalità relazionali aggressive generatrici di emozioni difensive come la paura.

Inoltre sui dati ottenuti di 17 pazienti i ricercatori hanno fatto sofisticati calcoli statistici trovando in un campione così esiguo una differenza significativa nei pazienti schizofrenici, quindi non un centinaio di pazienti che casualmente costituiscono il campione, ma 17 pazienti omogenei per età e sesso!

I ricercatori sostengono che la clorpromazina non interferisce nell’accuratezza dell’interocezione (capacità di dire il numero esatto di battiti cardiaci contati fino a quel momento) ma non ci dicono su cosa basano questa loro affermazione dal momento che a chiunque verrebbe questo dubbio: inibendo i recettori D2 vengono inibiti di certo i recettori della corteccia somatosensoriale e motoria, non a caso questo tipo di trattamento psicofarmacologico con clorpromazina, se prolungato produce discinesie . I recettori dopaminici sono presenti ovunque, se vengono inibiti questo da luogo a una diminuzione delle sinapsi dopaminergiche quindi la rete neuronale che rappresenta il se corporeo va incontro a una riduzione di collegamenti, sarebbe interessante che i ricercatori svelassero il mistero secondo cui assumere degli inibitori della dopamina non influenzerebbero l’accuratezza dell’interocezione.

Ora da clinica, vorrei far notare, che a mio parere il problema principale, dei disturbi psichici è riconducibile all’incapacità dell’organismo di fermarsi a seguito di una attivazione: aurosal, determinata da una serie di interpretazioni psichiche sulla nocività di “stimoli” esterni, che normalmente generano l’emozione della paura.

Per quale motivo l’organismo vada in “sovraccarico” di catcolamine: tirosina, noradrenalina, adrenalina, dopamina, a volte senza riuscire a fermarsi, non è chiaro a nessuno, dal momento che questo compromette la capacità di organizzarsi in comportamenti efficaci per difendersi da eventuale aggressività ambientale, presunta o reale.

Di certo ancora non si è visto il “sadismo” entrare fra le psicopatologie riconosciute dagli psichiatri: DSMV, e lungi, da parte mia, dal pensare che i matti siano solo vittime, a volte sono loro stessi aggressori a cui è andata peggio.

In conclusione una minor accuratezza nell’interocezione, ammesso che ci sia, e che non sia casuale vista l’esiguità e omogeneità del campione patologico, può essere riconducibile a un aumento di emozioni negative come la paura, sarebbe interessante misurare questo aspetto in situazioni fortemente emotigene; che negli schizofrenici l’arousal sia cronicamente alto non è una novità, ma questo ci parla più di un mondo fatto di vittime e carnefici piuttosto che di psicopatologie la cui base possa essere genetica o anatomica, l’approccio riduzionista che afferma una sorta di fissità biologica, vuole ignorare l’evidente dinamica bio-psico-ambientale, nel tentativo di poter controllare ogni cosa forse come farebbe un “ossessivo-compulsivo”.

Riguardo l’eventuale fenomeno di una presumibile relazione fra grandiosità e accuratezza nell’interocezione, questo è ben noto in situazioni belliche dove l’emozione della paura di poter essere uccisi dal nemico, viene superata da idee di grandiosità, o: fenomeno sotto gli occhi di tutti, quello del fondamentalismo islamico che addestra i suoi martiri con idee di superiorità di ogni genere, quindi questo piccolo dato semplicemente conferma la relazione fra “comportamento disorganizzato” e elevata intensità emotiva della paura.

 

admin