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TECNOPATOLOGIE e dissociazione ideativa.

Proseguendo con l’analisi sull’influenza della tecnologia sul comportamento umano, prendiamo in esame le caratteristiche del linguaggio informatico con cui la maggior parte di noi interagisce quotidianamente.

Il linguaggio informatico è un linguaggio programmato a priori, quindi ciò che non è stato programmato non può essere eseguito.

Pertanto è una modalità statica ferma, a differenza del linguaggio umano che interagisce in modo creativo, e adattivo, il linguaggio informatico non si adatta ed è un linguaggio morto, una volta programmato resta uguale.

Questa mancanza di adattamento obbliga chi usufruisce di tecnologie ad adattarsi, pertanto è l’individuo che nell’interazione con la tecnologia deve ridurre le proprie potenzialità di interazione creativa minimizzando la propria ideazione su ciò che la macchina permette di eseguire.

Le conseguenza sono che i nessi associativi tipici dell’ideazione umana vanno via via ad estinguersi, la modalità semantica, deduttiva del ragionamento logico, vengono sostituite da un modalità algoritmica che permette solo l’esecuzione programmata ignorando il contesto in cui questo avviene.

In altre parole è come se avessimo un ideazione fatta di finestre distinte fra loro che si aprono o si chiudono in modalità esecutive programmate a priori, che non richiedono un perché , ne un analisi delle conseguenze, dell’esecuzione della funzione programmata.

Da ciò ne deriva che il comportamento umano potrebbe diventare esecutivo, senza che ci sia una analisi delle conseguenze (responsabilità) delle associazioni con altri aspetti contestuali (dissociazione) costruito a priori secondo modelli prefissati di “estetica emotiva ed affettiva” privi di una vita interiore consapevole e profondamente sperimentata.

Chiaro va analizzato anche il ruolo del linguaggio umano evocato da grafemi (scrittura) o immagini, questo lo affronterò in un capitolo successivo, in cui ne indicherò limiti e possibilità di sviluppo.

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