Progettazioni interdisciplinari?

Progettazioni interdisciplinari?

Piaget, ha influenzato molto il paradigma educativo diviso per età anagrafica, paradigma superato sia i termini di età che di generalizzazione in termini di fasce di età e didattica specifica, uguale per tutti. I nuovi edifici dovrebbero tener conto delle diversificazioni delle intelligenze, di una maggior fluidità per gruppi di età, culturale, intergenerazionale. In altre parole andrebbero superati i pregiudizi educativi, creando spazi specifici in relazione alla diversificazione delle intelligenze (musicali, visivi, tecnici, psico-relazionali… vedi intelligenze multiple) che interagiscano con tutte le età dagli zero a 80 anni, senza categorie teoriche ormai avulse e improponibili. L’architettura non dovrebbe avere un approccio superficiale di “idee progettuali” più o meno originali, ma responsabile progettualità conoscitiva sulla base di indagini approfondite su “come-chi-quando-perchè” l’uso di spazi architettonici. Se l’architettura si adatta a vecchi schemi senza una inter-disciplinarietà essenziale per le opere di carattere sociale, si rende complice di vecchi stereotipi che cristallizzano il “pregiudizio scientifico” perché è da abbandonare l’idea che la scienza sia imparziale, perché cosi non è e non è mai stato. L’unica cosa di cui si può parlare, è se c’è o no onestà intellettuale come acutamente argomentato da Dietrich Bonhoeffer, in merito alla teologia, che come fa oggi la scienza, imponeva i propri dogmi come certezze e non come interpretazioni.

https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2022/07/04/news/ecco-come-le-universita-ripensano-le-scuole-mantovane-1.41550432

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