Quanto un artista s’improvvisa psicologo alcune brevi considerazioni.

Quanto un artista s’improvvisa psicologo alcune brevi considerazioni.

Questo è l’ennesimo travisamento della teoria psicoanalitica, come primo punto S. Freud era molto esigente con i suoi studenti riguardo il rispetto di un setting psicoanalitico neutrale che certamente non era un palcoscenico collettivo che si mostra a un pubblico, ma il contrario è soggettivo individuale privato e neutrale, lo psicoanalista non incoraggia nessun comportamento tanto meno sanguinario e violento.

Sempre secondo Freud l’unico strumento per entrare in contatto con il proprio sub conscio è il sogno e non un agire sadico e sanguinario collettivamente condiviso.

In Totem e tabu, vero Freud fa alcune considerazioni di tipo antropologico sui riti religiosi ma fa riferimento a tradizioni rituali culturali secolari e non a invenzioni rituali di un artista presumibilmente istrionico.

Per quanto riguarda la pulsione di cui parla Freud (libido, di difficile traduzione) essa è una spinta verso la soddisfazione di un desiderio, istintuale ma di fondo con base orientata alla vita cioè o procreativo (sessualità) o auto conservativo (cibo territorialità) Freud ha definito sadismo la pulsione che prende la via patologica della distruttività gratuita, senza una finalità auto conservativa o conservativa specie specifica.

Per concludere va detto che nulla di psicoanalitico o psicologico c’è in queste manifestazioni teatrali o cosi dette artistiche.

“l’immagine ritrae uno spezzone teatrale di una “artista macellaio” di cui si dice che:

” cerca di insinuarsi nel subconscio del singolo colpendolo con immagini di animali sanguinanti e sacrificati in croce, ebbrezza, nudità e sangue. In questi giochi rituali, che durano diversi giorni, si incitano gruppi di persone a squartare bestie da soma, a tirarne fuori le viscere e a calpestarle, a imbrattare di sangue delle persone crocifisse e a unirsi in un rito collettivo di frenesia, basato su riti liturgici e sacri. Questi gesti portano il singolo ad entrare in contatto con il proprio essere animale più profondo e istintivo, e quindi a toccare gli ambiti più bui e nascosti del proprio essere, che sono normalmente repressi dalla società umana. I partecipanti all’opera di Nitsch vengono costretti a vivere con una presa di coscienza questa totale disinibizione degli impulsi animali, e con questo anche la nostra innata potenzialità e tendenza alla violenza e alla distruzione. La decadenza radicale verso la sensualità ha come risultato una reazione catartica e purificatoria, e quindi l’ascesa alla spiritualità.https://it.wikipedia.org/wiki/Hermann_Nitsch

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