Reactive Strategies e architettura

Reactive Strategies e architettura

Strategie reattive, ovvero il nostro vecchio e caro comportamentismo ottocentesco, travestito da cognitivismo, ve lo ricordate? Applicato ai bambini nelle scuole americane per oltre  mezzo secolo con l’idea della tabula rasa su cui scrivere quello che si vuole. Fu una distorsione della teoria psicologica che eludeva l’ascolto e la capacità di comprendere l’altro entrando in una relazione empatica, il comportamentismo ha silenziato tutte le responsabilità derivabili dal riconoscimento del processo causale, porterà poi in Europa alla deriva nazi – fascista.

Bene non è servito a nulla sperimentare questo delirio di onnipotenza, percorrere le vie del dolore che ha provocato in pochissimo tempo, il piatto viene servito nuovamente con aromi diversi ma la sostanza è uguale. Dissuasori urbanistici, manipolazioni emotive nell’ambiente, camice di forza invisibili studiate appositamente da esperti per imbrigliare il comportamento sociale prodotto da un insano modo di affrontare i bisogni urbanistici o meglio da tante non risposte alla stocasticità urbanistica dell’ultimo secolo.

I nostri esperti che non sanno valutare e propongono per esempio  insensatezze come ciclabili con tornanti che ti sbilanciano poi cosa faranno? Obbligheranno a utilizzare quelle demenziali ciclabili? Ebbene si perché pensare e riflettere è faticoso, imporre e costringere è più facile, in una iper stimolazione artificiale, che renderà tutti sensorialmente più inadeguati, in un fare pressione che renderà tutti più aggressivi e violenti, in un non senso che renderà tutti più ansiosi, in una esaltazione ipnotica che farà credere a tutti di essere speciale gonfiando quel narcisismo che ormai è diffusissimo e così utile ai produttori di farmaci, perché nel narcisismo la forza dell’io viene annientata creando il vuoto dell’anima e non poco dolore mentale.  E’ la nuova architettura che avanza, non meno violenta della finanza, non meno falsa della politica, non meno dissonante e contradditoria della cultura che viene propinata in modo commerciale nelle università italiane.

Presto la natura ci presenterà il conto mentre come se nulla fosse continueremo, ma penso per poco, a violentare architettonicamente la biologia di cui siamo fatti.

admin
admin

Leave a Comment