Un cubo di specchi

Un cubo di specchi

Giornata piovosa, anche per oggi condivido le mie riflessioni mattutine su cosa potrebbe essere la realtà e come essa possa essere senza tempo e senza spazio.

Immaginiamo che il filamento di dna in cui è contenuto tutto l’universo vivente, sia all’interno di un cubo fatto di specchi che lo riflettono in modo infinito, il cubo di specchi è la nostra costruzione mentale di tempo e spazio, più o meno condivisa con altre identità.

La nostra mente non percepisce tutto ciò che è riflesso in modo infinito, ma solo ciò che è in relazione con la propria “identità energetica”, il resto è come se fosse spento. Inoltre la nostra mente non percepisce tutto l’infinito che è in relazione con la propria “identità energetica” ma solo ciò che è in relazione con la cornice spazio temporale che essa stessa ha costruito, quindi l’istante che stiamo vivendo di volta in volta.

Ora che la nostra mente veda il riflesso della realtà, è stato detto da Platone (forse non proprio così ma il concetto di fondo è suo), che la nostra mente sia capace di selezionare ciò che serve in un determinato istante è stato dimostrato dal cognitivismo (il primo cognitivismo non le successive interpretazioni che a mio parere distorcono enormemente il modello teorico) e che la realtà non sia un punto né un istante non saprei ma forse anche questo concettualmente qualcuno lo avrà detto.

La novità è che a mio parere esiste una permanenza identitaria costituita da sub particelle energetiche che possono esprimersi o meno a secondo della “cornice” che una identità e un insieme di identità, costruiscono per permettere che la coscienza faccia esperienza di se e del mondo.

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