a quando il riconoscimento della PSICOMEOPATIA?

a quando il riconoscimento della PSICOMEOPATIA?

Da circa 20 anni mi occupo di una ricerca personale atta a capire i teorici della medicina naturale e i naturisti del XIX secolo, per comprendere se sia prevalente una causale di tipo suggestivo o se ci sia qualcosa di più oggettivo, in ciò che viene sostenuto da molte persone che scegliendo le medicine non convenzionali, cioè per quale motivo dicono di aver avuto buoni o ottimi risultati. (oggettività o suggestione)

Come psicologa specializzata in psicoterapia ipnotica nel 2003, applicata per scopi terapeutici inizialmente da James Braid nel 1842, e poi successivamente da altri, mi sono appassionata dei vari approcci terapeutici fra cui quelli medici esistenti prima che nascesse la psicologia XX secolo, quindi che inglobavano nella medicina la psicologia.

Ho iniziato nel 2003, dopo la specializzazione in ipnosi psicoterapeutica, studiando le cure naturopatiche, allora non regolamentate da pseudo corsi per naturopati, che cercavano di accapparrarsi un fetta di mercato su cui ancora non c’era chiarezza sperimentale circa la loro oggettiva validità o su presunti effetti aspettativa (suggestioabilità), l’ondata dei neo-naturopati diplomati, improvvisati con macchinose interpretazioni teoriche sulla naturopatia, inondò il web con informazioni travisate, creando aspettative confuse sulla naturopatia e non fu possibile procedere trovando persone a cui consigliare cose naturali, che non fossero in qualche modo influenzati da quello che si poteva trovare sul web, e l’effetto attribuzione posta sul web come fonte informativa autorevole poneva in essere un’effetto aspettativa nelle persone tanto che non fu più possibile procedere con la ricerca da me iniziata come naturopata.

Fui costretta a modificare il target e mi spostai su Wilhelm Heinrich Schüßler (scritto anche Schuessler ; 21 agosto 1821 – 30 marzo 1898)  medico tedesco di Oldenburg che cercò rimedi naturali e pubblicò i risultati dei suoi esperimenti su una rivista omeopatica tedesca nel marzo 1873, portando a un elenco di 12 “sali cellulari biochimici” che rimangono popolari nella medicina alternativa . 

In questo studio, che accompagnava la mia ricerca sui fiori palustri, potevo contare sul principio di molalità dei soluti presenti nei rimedi di Schuessler, cioè la presenza (a differenza dei preparati di Hahnemann che arrivano a diluizioni cosi importanti da perdere ogni traccia del “principio attivo” cioè diluizioni (D6,D12) che contenevano dosi minime di principio attivo. Feci un corso annuale con attestato previo superamento di un test complicatissimo, li provai su me stessa, ma poi mi accorsi che i sali di Schuessler, erano stati squalificati dal web, per motivi di concorrenza di mercato, cosi tanto da trovarmi poi ad avere a che fare nella mia ricerca con la variabile interveniente “aspettativa negativa o pregiudizio”.

Dovetti abbandonare e passai ai fiori di Bach, botanico che lasciò nel suo testamento precise indicazioni su fatto che la sua ricerca non doveva diventare qualcosa di commerciale e doveva rimanere libera e aperta a tutti, quindi immaginavo di essere più tutelata.

Edward Bach 24 settembre 1886 – 27 novembre 1936) è stato un botanico,batteriologo, omeopata e scrittore spirituale britannico, noto soprattutto per aver sviluppato irimedi floreali di Bach, una forma dimedicina alternativa ispirata alle omeopatiche

La mia ricerca iniziò con un’attenta osservazione dei fiori palustri, quello che aveva fatto anche Bach, osservazione che cercava di capire la “personalità” (come diceva Bach) dei fiori e della vegetazione spontanea circostante, non fu facile trovare vegetazione spontanea in quanto l’invadenza antropizzante dell’uomo era ovunque, ma per un lungo periodo trovai piccole aree spontanee su cui studiare il fenomeno. Tralascio di descrivere l’impatto negativo che ebbe sulla mia ricerca (siamo nel secondo decennio di questo secolo), l’invadenza dei farmacisti e la moda, sui fiori di Bach esposti in zone con alto inquinamento elettromagnetico, che faceva perdere ai preparati ogni capacità terapeutica.

Quindi a fine 1800, inizi ‘900, mentre stava nascendo la psicologia sperimentale di Fechner e Wundt medici che si opponevano alla medicina tradizionale del tempo, stavano studiando il comportamento di esseri viventi diversi dall’uomo, da cui estrarre sostanze psico-terapeutiche, diluirle rendendo il principio attivo infinitesimale, e scrivevano di aver ottenuto buoni risultati in proposito.

Mi spostai sullo studio: del fondatore Hahnemann, di questa teoria sulla diluizione che rendeva psicoterapeutiche le sostanze omeopatiche, in realtà io mi stavo interessando solo dell’aspetto psicoterapeutico, anche se ho acquisito nella mia vita buone informazioni sull’anatomia, fisiologia, microbiologia, farmacologia, patologia medica, negli anni giovanili quando frequentavo lezioni alla facoltà di medicina a Bologna prima e a Torino e poi Parma successivamente. Oltre allo studio come autodidatta. Informazioni che mi sono sempre servite per separare l’aspetto psicologico da quello medico. Mantenendomi su quanto diceva la legge, ossia che gli psicologi fanno diagnosi psicologica e i medici quella medica che non sono la stessa cosa.

Christian Friedrich Samuel Hahnemann (Meißen, 10 aprile 1755 – Parigi, 2 luglio 1843) è stato un medico tedesco, fondatore di una medicina alternativa chiamata omeopatia. Nel 1810 Hahnemann pubblicò la prima edizione del suo principale lavoro teorico, L’Organon della guarigione razionale, più tardi ribattezzato L’Organon dell’arte di guarire, seguito da altre edizioni fino ad arrivare alla sesta, pubblicata postuma nel 1921.

Circa un paio di anni fa mi viene detto che l’omeopatia è diventata di sola competenze medica, nonostante per almeno la metà sia basata su una diagnosi psicologica, personologica (per i medici), per noi psicologi si chiama psicologia delle differenze individuali o personalità, e , che i presunti medicinali (adesso li chiamano cosi prima si chiamavano rimedi) omeopatici, che non contengono nessun principio attivo e nessun meccanismo d’azione riconosciuto (requisiti essenziali per essere riconosciuti come farmaci dall’agenzia italiana del farmaco) possono essere prescritti solo dai medici, quindi noi psicologi non possiamo consigliarli, nel mio caso dicendo che si trattava di una ricerca sugli effetti terapeutici della vegetazione palustre quindi gratuitamente, in quanto non siamo medici!

In pratica ho lavorato per 20 anni per fare un favore ai medici che stanno travisando ogni cosa, ora chiaro che io muovendomi all’interno di una ricerca, con prodotti non soggetti a prescrizione, presenti in farmacia quindi senza rischi per la salute di chi li avesse assunti, stavo sperimentando su persone sane, ma sia chiaro che l’omeopatia, nè i fiori di Bach non prevedono interferenze con sostanze ad alto impatto come per esempio il cortisone, e chiaramente di solito, quando capita, si dice di continuare con le direttive mediche e solo quando i medici ammetteranno di non essere riusciti a risolvere il problema, di venire nell’ottica di “cure palliative” in cui noi psicologi facendo parte di una ipotetica rete, possiamo agire in libertà.

A me non sembra normale tutto questo, sarebbe auspicabile che i medici accettassero i loro fallimenti terapeutici e si aprissero a una interdisciplinarietà orrizzontale e non verticistica, a meno che l’esercizio della professione di medico non sia tanto quello di portare a gurigione la persona ma di esercitare potere sulla salute sulla vita e sulla morte della persona, cosa che non va bene.

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