La funzione etica è richiesta in diversi ruoli fra cui: insegnanti, religiosi, giuristi, allenatori, militari e in generale preposti alla sicurezza (per es. poliziotti carabinieri).
L’approccio psicologico è comprensivo, interpretativo, introspettivo, soggettivo, ricerca le cause di un comportamento siano essere remote o recenti e richiede un rapporto fiduciario con lo psicologo scelto, con l’obiettivo di rendere la persona consapevole delle sue azioni.
La funzione etica al contrario è volitiva, stabilisce a priori comportamenti da consolidare per ottenere detrminati risultati, su tutte le persone, quindi non è un approccio persona-persona, è un approccio più pragmatico che porta a consolidare azioni esterne di gruppi di persone che scelgono liberamente di aderire all’etica condivisa di gruppo.
Ora se si esercita un approccio psicologico in un ruolo etico, si rinuncia al ruolo etico e si fa della pseudo-psicologia o più propriamente della manipolazione, cioè si spinge sul campo intra-soggettivo al fine di manipolare un soggetto verso un comportamento desiderato, la dove il soggetto dovrebbe aderire per scelta propria (contratto, regolamento, dottrina di fede).
L’approccio etico richiede a priori libera scelta di appartenere a un gruppo, accordo con le regole, che devono essere esplicitate, per esempio in campo religioso la dottrina di fede (il credo che viene detto a messa), in campo militare il regolamento del gruppo di appartenenza, nella scuola i programmi scolastici e il regolamento della scuola, ad esclusione della scuola per l’infanzia che è obbligatoria, e non entro in questo tipo di analisi che richiederebbe un’analisi molto complessa, in ogni caso dalle scuole superiori in poi è opportuno che ci sia una scelta da parte dell’interessato e pertanto che venga scelta liberamente.
L’approccio psicologico invece necessita dell’assoluto rispetto della persona che liberamente chiede un aiuto per comprendere meglio se stesso, ora per fare un esempio non possiamo durante un allenamento in cui uno sportivo non ha voglia di impegnarsi nella fatica dell’allenamento fermarsi con lui per chiedergli se c’è qualcosa che non va, e nemmeno farlo dopo perchè in questo caso si giustificherebbe la sua pigrizia, e si indurrebbe per esempio in un giovane un indebolimento della volontà personale, che peserebbe nel suo futuro in modo negativo. (altra cosa è la psicologia dello sport che però viene fatta in parallelo, cioè da uno psicologo e non un allenatore che s’improvvisa psicologo, che punta sulla motivazione, rinforzo dell’io per permettere allo sportivo di ottenere migliori risultati).
Ora è chiaro che chi svolge una funzione educativa, che è una funzione etica e non psicologica, deve essere adatto al lavoro che fa, nel senso che deve capire cosa chiedere quanto chiedere e come chiedere, ma questa è pedagogia e non psicologia, perchè nel momento in cui si esercitano entrambi i ruoli in realtà non si esercita ne uno ne l’altro e si confondono le persone su cui si esercita il potere autoritativo del ruolo ricoperto, producendo inconsapevolmente ambivalenza etica e quell’improvvisazione psicologica, senza alcuna base scientifica, che da, come risultato, quell’ipocrisia che bene non fa ne alla psicologia ne all’etica, in quanto l’approccio psicologico, si fonda sulla fiducia reciproca ad personam, e necessita di essere un rapporto sincero e autentico, mentre nel ruolo etico non essendoci una scelta ad personam, è necessario un comportamento etico coerente.
Se prendiamo un caso estremo, una confessione di un comportamento sessuale non procreativo (per esempio omosessualità) la persona dallo psicologo può aprirsi perchè non verrà mai giudicata in base alla dottrina di una religione, ma il sacerdote non potrà approcciarsi in modo psicologico in quanto o tradirebbe la propria confessione di fede o darebbe risposte troppo intransigenti e inadeguate dal punto di vista psicologico, quindi come lo psicologo non può assolvere dai peccati, il sacerdote non può improvvisarsi psicologo durante una confessione, o altre iniziative religiose, ma questo anche per lui stesso.
Ora anche sugli architetti che s’improvvisano psicologi senza esserlo ci sarebbe da dire, come anche sui i genitori che rinunciano alla loro funzione etica per improvvisare psicologie magari lette si internet, per quanto i bambini per nostra fortuna siano versatili e resilienti, andrebbe evitato, ma anche sui colleghi psicologi che fanno della “psicologia per procura” facendo credere ad altri, non psicologi, di poter comportarsi come psicologi anche se per esempio hanno una funzione etica nel lavoro che svolgono o in rappresentanza di istituti religiosi. Ma mi fermo qui per non appesantire ulteriormente la lettura. Spero che sia chiaro che la funzione etica e la prassi psicologica non siano compatibili.