lealidiwanda

 

Storie  Per non dimenticare……
chi volesse inviare la propria storia può farlo inviandolo all'indirizzo Le Ali di Vanda via Solferino 33 46100 Mantova

la storia deve riguardare singol mother, singol father, singol baby o figli di singol mother ed ex singol , non deve contenere nomi o luoghi che possano far risalire a qualche persona, può essere inviata a più riprese, indicare sempre il nome di fantasia a cui fa riferimento la storia, verranno pubblicate in ordine cronologico.

BUONA SCRITTURA A TUTTI







storia di CLAUDIA online dal 11 ago 2006
Sei marzo 1980

Una donna di quarantacinque anni sta entrando nella propria dimora siamo in una piccola città di provincia, un palazzo cinquecentesco.

Il padre di questa donna, è comproprietario con altri due soci ed ha dato il permesso alla figlia rimasta vedova il 21 novembre del 1977, sfrattata dalla propria abitazione nei primi mesi del 1978, di abitare in quattro locali separati dal complesso dell'edificio.

Ella sta inserendo le chiavi nella porta, sa che suo figlio, di otto anni compiuti, lo sta aspettando.

Un carabiniere si avvicina e le ordina di darle le chiavi, lei comprende e le tiene strette a se quelle chiavi…. nella speranza di proteggere il figlio, viene trascinata di forza, forse su una ambulanza o su un'auto del servizio sociale del comune di (...), i carabinieri non insistono e fra di loro forse dicono sfondiamo la porta dell'abitazione, hanno l'autorizzazione del tribunale dei minori di (...).

Lei viene trattenuta con la forza mentre i carabinieri sfondano la porta dell'abitazione al primo piano, il figlio si spaventa e si nasconde sotto il tavolo, ma viene trovato subito, viene avvicinato "dall'obiettore di coscienza che lo accompagnava a scuola" di cui la madre si era fidata, con tono rassicurante lo invita ad andare con i carabinieri dicendo che lo porteranno in un bellissimo posto, in realtà si tratta di un istituto per orfani vicino a (... in provincia di (...).

Mentre esce accompagnato dai carabinieri Stefano vede per l’ultima volta sua madre trattenuta di forza e gli grida: Mamma !!!
lei dice: fai quello che ti dicono non preoccuparti ti verrò a prendere presto.

Poi come dice la legge "per il bene del minore" e su decreto del del giudice tutelare il 12.2.1980 , il figlio verrà portato in questo istituto per orfani con l'avvallo del Sindaco di quella città, che aveva conosciuto entrambi, aveva fatto molte promesse tranne quella di comportarsi lealmente e almeno in ciò fu di parola.

Questa ricostruzione a quasi vent’anni dall’accaduto è fatta sulla base di quanto ricordava l’interessato ovvero il figlio e sulla base di qualche frammento esternato su insistenza dalla madre, nessun altro ebbe mai il coraggio di ricordare.




Storia di una nascita una mamma e tanti abbandoni:
storia di LILIANA online dal 29 sett 2006

L’aria autunnale è frizzantina e lascia presagire che presto sopraggiungerà un inverno rigido, le giornate umide e nebbiose mi portano ad essere un po’ malinconica e a riflettere sulla mia vita in questo momento e al desiderio che mi accompagna in questo ultimo anno; quello di diventare madre al più presto, perché altrimenti rischio di diventare troppo vecchia …..

I presupposti perché una maternità si realizzi ci sono: ho un compagno da due anni circa di otto anni più giovane di me che quindici giorni dopo la nostra relazione ripeteva insistentemente di voler diventare padre e che io sarei stata la madre e la compagna di vita ideale.

Questa proposta all’inizio aveva creato un po’ di reticenza da parte mia sia perché lo sentivo prematuro in quanto E. il mio compagno mi conosceva appena sia perché nonostante la nostra intesa sessuale fosse perfetta, sentivo che poco d’altro mi avrebbe potuto rendere compatibile e complementare nel tempo. Soprattutto sentivo un’intenzione molto forte che tendevo a soffocare che mi suggeriva che non dovevo fidarmi di quell’uomo.

Cercavo di ripetermi di smetterla di farmi troppe analisi: E. si dimostrava attento ed amabile nei miei confronti ma soprattutto ero lusingata di aver trovato finalmente un uomo che si prendeva cura di me (.... io che facevo sempre la crocerossina....) e mi era molto vicino nella durissima riabilitazione fisioterapica che portavo avanti da lungo tempo a seguito di un difficile intervento ad un arto inferiore.

Così ... quell’autunno decisi di finalmente di abbandonarmi al destino per vedere se mi riservava la gioia di diventare mamma.

Un mese dopo la sospensione di metodi anticoncezionali concordata con E. mi sentivo strana ... ma poi il ciclo comparse....

Pochi giorni dopo la celebrazione della festa di Ognisanti, in una giornata particolarmente grigia e autunnale mi rendo conto che il mio ciclo mestruale è in ritardo.

Sono spesso stanca negli ultimi giorni (sarà a causa del tempo!!..) ... Decido di andare a comprarmi in farmacia un test di gravidanza, so che sono molto attendibili...

Seguo minuziosamente le istruzioni e quando vado a controllare l’asticciola intrisa d’urina, compare una flebilissima linea rossa. Non sono affatto stupita della cosa ma non ancora sicura dell’esito, quattro cinque giorni dopo ripeto il test e stavolta la linea sull’astuccio è chiara e ben marcata un blu nitido e intenso ....

Comunico la notizia al mio amore quando rientra dal lavoro il pomeriggio stesso: E. non esterna identici i suoi sentimenti ma sembra contento e mi dice di andare insieme il giorno dopo dalla ginecologa che tra l’altro è anche il mio medico di base.

Iniziano le visite di routine e le analisi di controllo: è tutto a posto non accuso particolari disturbi, lavoro bene, mi sento particolarmente vitale cosa che non mi contraddistingue nei mesi autunnali e fantastico sul batuffolino che nascerà la prossima estate.

E. non esterna mai, come al solito, in modo particolare le sue emozioni, ma non da, almeno apparentemente segni d’irrequietezza.

Alla quinta settimana di gravidanza subisco un furto con aggressione da parte di un ragazzo tossicodipendente che avevo incontrato anni prima.

Lo shock è terribile ed iniziano i processi, dopo l’arresto dell’individuo in questione che denuncio nonostante ne riconosca la problematicità in sé dell’accaduto.

E. in questa circostanza non mi è vicino, è giudicante e sottolinea la mia ingenuità, a una settimana dall’aggressione mi lascia sola per alcuni giorni portando le proprie cose dalla madre rivangando vecchi rancori e mostrandosi morbosamente geloso.

Il giorno in cui dovrò conoscere il mio aggressore dopo il suo arresto sarà un mio amico ad accompagnarmi mi trovo da sola e a volte ho una spiacevole sensazione di nausea.

Trascorsi questi giorni E. se ne torna, poi due mesi dopo le feste di Natale senza un motivo plausibile riprende ad avere un’ansia incontrollabile, diventa sospettoso per una telefonata che ricevo da un amico che parla anche con lui e anche questa volta si rischia di rifare le valige.

Riesce a dire con le sue modalità confuse e contraddittorie “va dalla dottoressa prima dello scadere del terzo mese di gravidanza e vedi cosa riesci a fare...”

Nel frattempo E. ritratta la possibilità di sposarci entro il mese di gennaio come deciso due mesi prima.

Non insisto perché penso che questo possa essere fatto anche dopo la nascita di nostro figlio.

Fisicamente le cose procedono bene, i controlli di routine danno esito positivo nonostante la ginecologa continui a sottolineare tutto lo stress e il clima psicologico che continuo a sostenere.

Continuo il mio lavoro in modo regolare perché mi sento molto attiva, avrei bisogno di qualche parola in più da parte di E. e confrontarmi maggiormente sui miei vissuti legati alla gravidanza .... la nostra vita sessuale procede regolarmente....

Ahimè l’esito del TRI test il mese di febbraio 2003 è positivo c’è un’alta percentuale che possa partorire un figlio down.

Decido con la ginecologa di fare un’amniocentesi.

L’amniocentesi non mi crea particolari problemi è lunghissima l’attesa poi l’esito: sto male al pensiero di un eventuale aborto al quinto/sesto mese di gravidanza, io sono nata in questo periodo di gestazione.

Il 18 marzo una telefonata dall’ospedale: nascerà una bimba sana!!!

Tremo per l’emozione quando telefono al mio compagno che è sul lavoro lo sento piuttosto freddo, ma ne attribuisco la causa al fatto di non essere a casa.

Quando me lo trovo davanti, nel pomeriggio vorrei essere abbracciata e vorrei che piangessimo insieme per la gioia ... Niente di tutto ciò: E. va a letto perché è stanco. La sera litighiamo perché scattano ad E. delle gelosie legate al fisioterapista, che ho visto nel pomeriggio. Mi sento dire che la volta precedente che l’ho visto è stata ad ottobre e che quindi il nascituro potrebbe essere figlio suo.

Mi viene chiesto che alla nascita sia fatta la prova del DNA.

Di nuovo E. prepara le valige e ritorna dai genitori.

Ritorna dopo una settimana, a fine maggio quando già comincio a sentire la stanchezza per l’enorme pancione e per il caldo torrido, E. ha un’altra crisi ma stavolta non va via. La nascita di G. è fissata per il 15 luglio e curiosa coincidenza è la stessa data del pediatra che 32 anni prima mi salvò la vita mettendomi in una incubatrice.

Concordo con la ginecologa il parto cesareo perché il mio bacino è al limite e viste le dimensioni di G. che continua a crescere.

G. viene alla luce il 15 luglio 2003 in un’estate torrida: è bellissima rosea e sanissima.

Non sembra una neonata è molto vivace e vitale e succhia avidamente il mio latte.

Io sono molto stanca perché l’ultimo periodo ho dormito poco a causa del caldo torrido: sono felice di avere G. nella culletta di fianco il mio letto da subito, anche perché la piccola non ha fame è tranquillissima.

Il papà non esterna particolari emozioni se non l’essere compiaciuto quando gli fanno notare quanto sia bella.

Saprò anni dopo da mia madre la tensione di E. la mattina che all’anagrafe all’ospedale doveva riconoscere la piccola (alla nascita non essendo sposati portava il mio cognome)

Torno a casa dall’ospedale stanchissima ma di ottimo umore Una settimana dopo E. mi lancia la battuta di andare insieme all’anagrafe per dare “il mio cognome a G.” come se fosse così facile.

Cerco di avere pazienza e solo pochi giorni dopo scrivo a E. una lettera in cui esterno il mio sospetto che di lì a poco lui non sarà più con noi.

G. cresce sana e bellissima io non trascuro in alcun modo il mio compagno ma lo sento sempre più distaccato. Ogni volta che bisogna uscire con la piccola sembra che gli ostacoli siano insormontabili. E. esce sempre di più da solo mai di sera ma di pomeriggio.

G. non ha ancora compiuto il quinto mese ed E. il primo dicembre 2003 torna ancora con le valigie dalla madre. Mi faccio forza ma il mondo mi stà crollando; G. passerà il suo primo Natale senza suo padre! Il giorno di Natale chiamo E. Mi sento dire che tanto G. non capisce poi il giorno prima di capodanno E. ritorna sottolineando che sarà per l’ultima volta. Trascorriamo 3 mesi abbastanza tranquilli anche se E. quando non è al lavoro dorme o esce per conto suo. Non ha mai portato la piccola a spasso da solo.

Sta arrivando il periodo pasquale e per il giorno di pasquetta è fissata la data di battesimo di G. nel paese dove vivono i miei genitori.

Il sabato precedente alla cerimonia nel momento in cui chiedo ad E dove vada perché sta uscendo si scatena una litigata e il mio compagno coglie l’occasione per andarsene. Lo cerco disperata per alcuni giorni perché il battesimo di G. è imminente Si fa negare al telefono dalla madre e spegne il cellulare.

Sento che stavolta devo fare qualcosa per tutelare mia figlia e gli faccio inviare una lettera da un amico avvocato in cui viene certificato l’abbandono e la non volontà di contatti con G.

A quel punto E compare 5 minuti in chiesa al battesimo di G poi si dilegua. E’ una cerimonia tristissima con me la madrina di mia figlia la sua famiglia i miei genitori e nessun altro.

E cambia di lì a poco il numero del suo cellulare ricevo qualche telefonata con il numero privato in cui dice di voler portar via G da solo e di non voler avere alcun contatto con me.

Non accetto vista la tenerissima età di G e la poca conoscenza con il padre.

Nell’estate 2004 E va due volte dai miei genitori per giustificare il suo essere andato .. anche se alla fine denuncia “un essere stato sbattuto fuori casa”.

I rapporti tra me e i miei genitori s’incrinano non li vedrò da giugno fino a fine novembre 2004.

E’ difficile la gestione di G fino il suo inserimento al nido a 14 mesi non perché la piccola mi dia problemi ma perché è difficile gestirmi il lavoro con G

Finalmente decido di tornare dall’avvocato per tutelare mia figlia anche perché ne fanno richiesta le insegnanti del nido. Dopo le feste di Natale del 2004 dopo un lungo silenzio si fa risentire E chiedendo di vedere G.

Accetto nonostante abbia già fatto domanda di riconoscimento al Tribunale dei Minori per chiedere l’affidamento di G e concedere il diritto di visita a suo padre. Chiedo a E di andare insieme dall’avvocato, ma lui nel frattempo riceve la lettera dal Tribunale (di cui era stato avvisato..) e di nuovo scompare fino all’udienza dell’aprile del 2006 Un’udienza terribile in cui E mi dipinge come un mostro ma mi concede l’affidamento della piccola. G conosce suo padre a 20 mesi ed è obbligato per sei mesi a vedersi la piccola in mia presenza come da mia richiesta.

Da ottobre dello scorso anno E può vedere sua figlia due volte ogni 15 giorni (a causa dei turni di lavoro) da solo.

All’inizio G si oppose alla mia assenza facendo capricci per non andare con il papà ma quando se lo trova davanti s’arrende.

Dalla primavera scorsa gli dice espressamente di non voler andare e lui rifiuta di riprendere le visite in mia presenza magari ai giardini.

In realtà in questo momento G viene in un certo senso usata per avere un controllo su di me ed E vede con me una relazione non stabile e di convenienza ... ma pur sempre una relazione.. E’ una situazione molto dolorosa da gestire per me che comunque continuo ad avere degli affetti e il desiderio della nostra famiglia.

G ha fatto di tutto per vedere mamma e papà insieme, la sua relazione con suo padre non è consolidata perché forse lo sente incoerente e sfuggente.

Prima dell’estate la piccola cominciava ad essere molto irritata e io temevo fossero le prime avvisaglie di un disagio. In due mesi la piccola non ha cercato il babbo e lui ha scritto solo qualche sms.

Adesso G è molto più serena è bella ha il colorito di un’albicocca per il sole estivo, ha quasi imparato a nuotare... Anch’io sono forse un po’ più serena anche se so che dovrò stringere ancora i denti perché la nostra storia è un imprevisto la mia come quella di G e io ho il dovere di amarla e di tutelarla ... Chissà ...

Per ora i suoi grembiulini a quadretti verdi sono stirati e appesi alla porta pronti per essere indossati tra tre giorni ... Via si parte inizia l’inserimento alla scuola materna !!! Si G ha tre anni e due mesi.

Darpan Giuseppe Gambaccini referente regione liguria tel 3485942806 DARPAN57@hotmail.com ho un bellissimo bambino di dieci anni nato da una breve relazione e sicuramente troppo frettolosamente voluto da me e sua madre. Premetto che io e la madre eravamo conviventi e di nazionalità diversa con leggi diverse cui ci siamo adeguati. I problemi tra noi sono venuti fuori fin dall'inizio e abbiamo continuato andare avanti tra litigi e sopportazioni finchè lei se ne è andata con il bambino nell'aprile del 2000 alla seconda udienza in tribunale c'è stato l'affidamento ad entrambi i genitori a mesi alterni in totale di 4 mesi a me e 8 alla madre e l'obbligo di andarlo a prendere e riportarlo da parte del padre all'indirizzo della madre e il pagamento degli alimenti al solo figlio. Chiunque volesse creare un momento costruttivo e fattivo per la Liguria sia esso padre o madre può contattarmi.





Associazione Single Mother "Le Ali di Vanda" - 2006
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